Can one be so tired that it hurts in every bone of the skeleton and the brain itself? Of course one can, I am at least one living testimony of that fact. I know there is no other cure to tiredness than rest and I know I have noone to blame for it but myself. Tiredness builds herself up, it is a stubborn grumpy old lady that holds on to her heavy skirts for years, building them up layer after layer until they are so thick that it might take a lifetime to get rid of them (and of her). That is when tiredness takes off her ugly mask of grumpy old lady and shows a new self: burn-out. There is nothing glamorous about being burn-out, the word gives me the creeps. It is the result of a sickly behaviour, of the absurd conviction that I ought to say yes all the time because no is a dangerous word. To ignore the slow collapse on the inside just to be in control of the world outside is simply crazy, nuts, jingle bells... When one is vulnerable, sick or just stinking tired, one's true friends are revealed. It is those who by a simple look in your eyes say: "hey! Here is the tea and the paper, put up your legs and do nothing". I have a number of those and I love them to pieces this very moment. I am looking for ways to rest without lying in my bed or on a couch with a remote in my hand. I am starting to take things seriously and that is progress, I guess the sore bones and brain have made themselves clear enough. I try to rest walking in the forest, looking at the change of colours this autumn, which is amazingly different from last autumn and the one before. Taking a nap in the afternoon on week-ends, playing with the dog, talking to Mats, drinking tea. Letting the sun warm my face. Sitting by the open fire at the cottage or in an old church building in the country-side. Wouldn't it be lovely to open green shutters in the mornings and see the blue sea? That would be the peak of rest...indeed it would.

E´possibile essere cosí stanchi che lo si sente in ogni osso dello scheletro e nel cervello? Di certo è possibile, perlomeno è la mia nuova esperienza. So bene che non esiste altra cura alla stanchezza al di fuori del riposo. E, so bene che non posso incolpare nessun altro di questo mio stato se non me stessa. La stanchezza si autoevolve. E´come una vecchia noiosa e rugosa che ti butta addosso le sue sottane spesse e puzzolenti strato per strato, finchè è cosí pesante che puó volerci la vita intera a liberarsene. E´allora che la vecchia rugosa si toglie la sua brutta maschera e rivela un nuovo essere: l'esaurimento. Non c'è niente di glorioso nell'essere esauriti, solo la parola mi da le convulsioni. E´il risultato di un comportamento malato, della convizione assurda che l'unica parola concessa sia il SI e che ogni NO sia pericoloso (aiuto!). Ignorare il lento collasso interno per mantenere il controllo del mondo esterno è semplice pazzia, ocaggine, cucú...Quando si è deboli, malati o semplicemente ed incredibilmente stanchi, si rivelano i veri amici. Coloro ai quali basta uno sguardo per dirti: "ecco il giornale ed una tazza di té, metti su le gambe e non fare nulla". Ho alcuni di questi veri amici che in questo momento stimo devotamente. Sto cercando (nuovo progetto) di riposare senza starmene sdraiata nel letto o su un divano con il telecomando in mano. Sto prendendo a quanto pare sta cosa sul serio, le ossa ed il cervello hanno parlato chiaro. Cerco di riposare camminando nel bosco, guardando i cambiamenti della stagione che stranamente sono cosí diversi dall'autunno scorso e da quello precedente. Gioco con il cane, parlo con Mats, bevo té. Lascio che il sole mi riscaldi la faccia, sto seduta a guardare il fuoco nel camino od il soffitto di una vecchia chiesa in campagna. Non sarebbe magnigico aprire imposte verdi la mattina e vedersi davante il mare blu? Quello sarebbe il culmine del riposo...decisamente.