Tuesday, May 13, 2008

Scary thought



The univeristy of Stockholm is opening up for 15 research posts within "learning and teaching reading and writing" and I am applying. That is a lot of work. The application only probably weighs 4 kg. (no kidding). All my work and papers on the subject (2 degrees, 8 years of studies) in 4 copies. I can do that, have applied to things before. To get a job at the university is a dream. Stockholm's campus is one of the places where I feel mostly inspired to think and work. The chance I get one of the posts is entirely slim, almost non-existent. There are surely 100s like me yearning for that chair. I am not too worried actually and I know I won't get at all disappointed, I am just fine with the thought that at least I am trying. What really scares me is the 5 pages of research plan that I have to add to the application. That is my stuff they are going to discuss and dismiss. The thought that I have to suggest what the school world should need to focus some of their research funds and resources upon, makes me weary. That stuff I am writing in 5 miserable pages is very much part of me, that is how I work with my kids and what I believe is important and what according to me gives lastly results. And THAT my friends is the kind of rejection I am going to have difficulties to accept. Not the chair, not at all the title, but my thoughts. What have I gotten myself into?

L'universitá di Stoccolma mette a disposizione 15 posti per ricercatori nell'area dell'insegnamento e dell'apprendimento del leggere e dello scrivere. My babies. Cosí sto mettendo insieme la domanda. Un mare di lavoro. Un malloppo che peserá 4 kg. (senza scherzi) contentente tutti i miei scritti, compresa la tesi, che toccano l'argomento (due lauree, 8 anni di scarabocchi). Tutto in 4 copie. Quello lo posso fare e lo sto facendo. Ottenere un posto all'universitá anche se a tempo determinato (2,5 anni) è il sogno di molti. Appunto, di molti. Saremo in centinaia in questi giorni a trascorrere ore tra gli scatoloni in cantina, dove finiscono le nostre faticate parole, ed alla fotocopiatrice. La possibilitá che mi venga assegnato uno di quei 15 posti è minima. Non è neanche un problema, sinceramente. Non rimarró delusa. L'universitá di Stoccolma è uno dei miei posti preferiti. Ma neanche quello causerá una grande delusione in me una volta ricevuta risposta negativa. Mi interessa provare, tutto qua. Per poter dire di averle fatte...tutte quelle fotocopie. Quello che veramente mi da terrore sono le 5 pagine di piano di ricerca che devo sottomettere. Perchè quella è tutta roba mia. E´il mio metodo di lavoro con i miei alunni, è quello in cui credo nel mio lavoro ed a cui dedico tante ore di preparazione e di pensiero. Ora devo presentare il mio pensiero ad accademici che me lo disintegreranno e che anche per solo qualche minuto dovranno decidere se dedicare parte dei loro fondi e delle loro risorse per svilupparlo (il mio pensiero). E QUESTO cari amici mi fa paura. Non la posizione, proprio per niente il titolo, ma il rifiuto del mio pensiero. Ma chi me lo fa fare?

6 comments:

Anonymous said...

Il viaggio ...
.......
Quando nonostante la paura, decidiamo di affrontare ... un viaggio avventuroso all'interno di un territorio sconosciuto, dove hanno luogo le sfide e dove si compie la nostra trasformazione.


Chi vuole dare alla luce sé stesso, deve intraprendere il proprio "viaggio" e affrontare ...... la via dell'auto realizzazione, ci si deve preparare al meglio sui tre elementi portanti della crescita personale:

"conoscenza di sé"

"costruzione della propria filosofia di vita sulla roccia"

"efficacia nell'azione."

...... superare mille difficoltà per raggiungere gli obiettivi, chi decide di inseguire i propri sogni, deve saper reagire agli insuccessi...

Ogni persona ha i propri draghi.

Tutte le volte che rinunciamo a fare qualcosa che ci piace per paura di apparire inadeguati,
quando sopportiamo condizioni frustranti senza reagire,
quando rinunciamo alle nostre idee per opportunismo,
quando accettiamo situazioni contrarie alla nostra etica,
quando abbandoniamo le nostre aspirazioni e ci rassegniamo nell'insoddisfazione…
i draghi hanno vinto la partita.

da : " Il coraggio di essere se stessi"

Un beso - zio

Avanti così che vai benissimo - ciao/ciao

Anonymous said...

evvai sorelluzza... grande!!!

Il Viaggio said...

Sinceramente grazie! Zio mi tocchi il cuore. Quel tipo di incoraggiamento è sempre stato scarso nell'altra casa Malacarne. sorelluzza...sta malattia si fa sempre piú galoppante!

Anonymous said...

Cara Roby, ti ricordo che io sono la pecora "nera" della famija ... ciauz - zi

Van der Blogger said...

Quello che ha detto lo zio (che detto fra noi, sto iniziando a percepirlo come un mio zio... non me ne vorrà nessuno vero???), è bellissimo, e racchiude quello che avevo in mente io.

Mettere in discussione una propria idea è un qualcosa che non fanno tutti. Primo motivo, non tutti hanno idee ma adottano quelle degli altri senza nemmeno prendersi la briga di revisionarle. Secondo motivo, tra chi ha le proprie idee molti rinunciano a metterle in discussione le lasciano a marcire in scatoloni umidi e polverosi, salvo provare più avanti nel tempo un terrbile senso di rimpianto. E questo alle persone coraggiose come te non capiterà. Questo, se non altro, vale già da solo l'onere di questo impegno.

E poi chissà...

I wish you the best, dear Roberta.

Il Viaggio said...

VdB, ti adotto!